Debora Caprioglio: «A teatro, fino a novant'anni»

Giudizio e pregiudizio. Nella lunga carriera di Debora Caprioglio, 50 anni a maggio, ne ha subiti e archiviati tanti. Oggi che è un’attrice affermata, in tournée con la commedia ovunque sold out «Alla faccia vostra», è consapevole di se stessa e a proprio agio con un corpo prorompente. Anche se non ha mai rinnegato il passato
Debora Caprioglio «A teatro fino a novant'anni»

Di Valentina Venturi

Giudizio e pregiudizio. Nella lunga carriera Debora Caprioglio, 50 anni a maggio, ne ha subiti e archiviati sin troppi. Da ragazza non ancora maggiorenne fa innamorare il controverso artista Klaus Kinski («mi mandava centinaia di rose rosse»), mentre a vent’anni con incoscienza recita per Tinto Brass.

Oggi Caprioglio è un’attrice affermata, in tournée teatrale con Gianfranco Jannuzzo («un vero gentiluomo») con la commedia ovunque sold out Alla faccia vostra, provata dalla scomparsa di Fabrizio Frizzi con cui ha girato per la tv Non lasciamoci più («era un amico, un uomo unico»), consapevole di se stessa e a proprio agio con un corpo prorompente. Non ha mai rinnegato il passato. «Sono consapevole di aver incontrato diversi pigmalioni, ma sin da piccola volevo fare l’attrice; dopo la regia di Tinto non ho avuto più dubbi».

Il pregiudizio più pesante che l’ha accompagnata?«Il classico: avendo iniziato la carriera con Brass si concentravano tutti sul mio corpo. Il commento era: “Non ha talento né qualità”».

Nel 1988 si fidanza con Klaus Kinsky. Lui ha 62 anni lei nemmeno venti; lui ha una fama "diabolica”, lei è ancora sconosciuta.«Era inconcepibile che potessi essere innamorata di un uomo tanto più grande di me, così discusso e contrastato. Eppure era proprio quello il suo fascino. Ragione per cui ho lasciato che parlassero: era la mia vita privata e potevo farne ciò che volevo».

Con Brass nel 1991 gira il film erotico Paprika, dove interpreta Mimma una ragazza che lavora in una casa di tolleranza ai tempi del primo dopoguerra. Siamo in un genere di cinema per quei tempi scabroso, un perfetto invito allo stereotipo.«Fu una scelta dettata dall’incoscienza, non avevo idea che stessi recitando per un regista di culto. E ne vado fiera. Lavorare con lui significava acquisire uno status symbol, come era già avvenuto per Stefania Sandrelli, Serena Grandi e Francesca Dellera. Era un trampolino di lancio pazzesco. Il film incassò mi pare 10 miliardi di lire con biglietti che costavano 8 mila lire. Diventavi un’attrice al top».

Eppure sparisce dalle scene. Torna al cinema nel 1994 diretta da una donna e regista impegnata, Francesca Archibugi nel film “Con gli occhi chiusi”. E i pregiudizi?«Svaniti. Dopo due anni in cui mi sono dedicata allo studio e al perfezionamento, sono arrivata a Francesca. È stata una nuova svolta professionale. Ho fatto qualcosa come otto o dieci provini, eravamo tante in lizza: diciamo che l’ho dovuta convincere! È stato il momento giusto per far combaciare ogni tassello della mia carriera e mettere a tacere i luoghi comuni sul mio fisico che fino ad allora mi avevano accompagnato».

Nel 2007 partecipa all’Isola dei Famosi condotta da Simona Ventura. Arriverà seconda dietro Manuela Villa. Con lei sull’isola c’erano anche Miriana Trevisan e Cristiano Malgioglio («un dissacratore»). Se le proponessero di tornarci, accetterebbe?«Mai, per niente al mondo: avevo undici anni di meno, non scherziamo. Un’esperienza bella, estrema ma ci vogliono forza e resistenza fisica, per non parlare della tolleranza verso gli altri naufraghi. All’epoca mi dicevo “visto che siamo in ballo, balliamo”. Diciamo che è stata una vacanza meravigliosa, l’ultima volta che ho potuto godermi due mesi al mare».

Un pregio e un difetto.«Sono una persona molto tollerante, nel bene e nel male. Per questo lo considero un difetto al punto che spesso mi do fastidio da sola».

Come si sente nei panni della sex symbol?«È fondamentale non esserne consapevoli fino in fondo. Di certo non ho mai avuto un corpo alla twiggy ed è anche la ragione per cui all’epoca mi ha scelta Brass: cercava una fisicità come la mia. Oggi rimanere nel cliché dell’attrice formosa non mi interessa più e dopo Brass ho interrotto con il genere erotico: non volevo lavorare con “i finti Brass”».

La vecchiaia la spaventa?«Per niente. A teatro la regola è che ci sono ruoli da interpretare fino a novant’anni».

Ha mai subito delle molestie?«Mai, ho sempre prevenuto l’eventualità con la fuga. Rispetto i movimenti come #metoo, ma credo debbano essere presi nella giusta misura. È finita l’epoca della caccia alle streghe».

Perché ha tolto l’acca dal suo nome?«Sin da scuola la toglievo, senza quella consonante aspirata sento il mio nome più italiano e completo. Mi ha sempre dato un senso “asmatico"».