CAMBIA LINGUA

Campanile Basso, via Fehrmann

La prima volta che ho visto il Campanile Basso non riuscivo a smettere di guardarlo, tanto da rischiare di inciampare mentre camminavo, affascinato dalla sua bellezza; mi sembrava un sogno poterlo scalare ed ammirare il Brenta dalla vetta. Ho posto il Campanile tra i miei obiettivi strizzando l’occhio alla via normale, andandomi a leggere la relazione di tanto in tanto, per dare un occhio alla linea e capire quali difficoltà si sarebbero incontrate.

Elia  - image (14)

Quando questo Luglio Daniele e Zeno, nuovi amici conosciuti tra falesie e sciate, mi hanno proposto una salita al Campanile con loro, entusiasta, ho accettato senza esitazione e sono rimasto onorato dal loro invito. Via proposta Fehrmann, sulla parete sud ovest, segue un evidente dietro di circa 400 metri, aperta nel 1908 dai signori R. Fehrmann e O.P. Smith. Nonostante un buon allenamento mi impensieriva la lunghezza della via, in questa stagione non avevo scalato ancora su pareti di tale stazza che richiedono notevole resistenza, anche dal punto di vista mentale.

Partiti con Daniele il Venerdì sera raggiungiamo gli altri compagni al rifugio Brentei col buio e quando il sole non è ancora sorto ci troviamo a fare colazione e preparare gli zaini per la salita. Siamo tre cordate: Zeno, con papà Alberto e la sorella Sofia, la cordata dei due Luca ed io e Daniele.

La linea di salita è chiara ed evidente fin da subito, la roccia offre un ottimo grip ed è bellissima da scalare, soprattutto sulle porzioni grigie, l’arrampicata, che non porta passaggi molto difficili ma è sempre molto impegnativa per la continuità, è di soddisfazione, divertente e fornisce la giusta dose di adrenalina. Per gli ultimi tiri decidiamo di lasciare il diedro per affrontare la parete verticale in cui le difficoltà sono minori ma l’esposizione notevole! Da ricordare soprattutto il traverso finale che, da una piccola grotta porta allo stradone provinciale, fine della via. A questo punto si potrebbe salire in vetta lungo gli ultimi tiri della via normale ma decidiamo di rinunciare perché si è fatto tardi, per la stanchezza e la lunga discesa che ancora ci aspetta prima di tornare con i piedi a terra. Personalmente è l’occasione che mi permette di lasciare uno spazio ed una doverosa ragione per programmare una linea di salita che conduca fino alla vetta.

Resto entusiasta di questa arrampicata nelle Dolomiti di Brenta: paesaggi, montagne e roccia entusiasmanti, ma soprattutto il muoversi con altri ragazzi che condividono la mia stessa passione e la interpretano nel modo migliore. E’ sorprendente quante volte durante il sentiero del ritorno ci siamo fermati per osservare la nostra linea di salita ed altre vie che salgono verticali quelle montagne. Ammetto di essere sorpreso per l’impresa, quando coi piedi a terra scorro tutto il percorso della via Fehrmann, è qualcosa di grandioso: un vero viaggio verticale. Tanto merito anche agli apritori, un secolo fa hanno avuto il coraggio, l’intuizione e la passione di esplorare una parete di questo calibro.

Un ringraziamento a tutti i ragazzi che hanno partecipato a questa avventura, montagna significa condivisione e unità. In particolare con il mio compagno di cordata Daniele ho avuto ottime sensazioni durante la salita. Sulla strada del ritorno, Alberto ci invita a guardare bene quelle montagne per scegliere la prossima via da salire, per non spezzare il legame creato: colgo l’occasione, la routine lavorativa è sempre a casa che mi aspetta, ma io intanto aspetto le Dolomiti.

Elia

Panorama dolomitico

Foto di gruppo sullo stradone provinciale

Sulla via del ritorno

2 Commenti a "Campanile Basso, via Fehrmann"

  1. Nando scrive:

    Ciao Elia,
    bellissimo report!
    Proprio vero, condivisione e unità!
    Dal Similaun vi pensavamo e abbiamo gioito anche noi quando abbiamo ricevuto il tuo messaggio!

    Complimenti a tutto il Molà mia Leù team!
    Nando

  2. Luigi Carminati scrive:

    Complimenti a Elia e tutto il gruppo per la bella salita e la soddisfazione che traspare dai vostri volti. Siete riusciti ad incantare anche un non-arrampcatore come me.
    Un saluto a tutti.
    Gigi

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